Door - Installazione di intelligenza artificiale

36057dfdb3d03689813e416c494df76e.jpg

Servizio comunicazione istituzionale

6 Maggio 2024

Per sottolineare e celebrare il tema dell'intelligenza artificiale e del machine-learning, durante il 28º Dies academicus è stata esposta nell’Aula Magna del Campus Ovest Lugano l'installazione Door, un portale, progettato da due studentesse dell'Accademia di architettura nell’ambito di un atelier. La porta, in grado di interagire con chi la attraversa, è stata progettata per offrire una riflessione sul rapporto tra essere umano e ambiente costruito.

L'installazione consiste in un portale alto 237cm, largo 152cm e profondo 52cm, formato da una struttura a traliccio in legno; il suo peso è di circa 70 kg. I due montanti della porta hanno alla base un sistema di trazione composto di due motoriduttori con un rapporto di riduzione 100:1 e due ruote pivotanti. Ogni piede dei montanti è equipaggiato con quattro sensori di prossimità, che permettono alla macchina di evitare gli ostacoli. La stessa tipologia di sensori è posizionata anche in corrispondenza del passaggio, in modo da rilevare l'attraversamento del portale.

Funzionamento

Door si presenta come un portale fermo, ma nel momento in cui viene attraversato da un visitatore è in grado di leggere il senso di movimento in atto e di muoversi nella medesima direzione. L'installazione propone quindi una sequenza di movimenti, che il visitatore può decidere di assecondare oppure di abbandonare, lasciando che il portale si fermi in attesa del visitatore successivo. Proprio la durata di questa "simbiosi" tra essere umano e macchina genera in quest'ultima un feedback di valutazione che suggerisce quali movimenti sono stati considerati dal visitatore più "gradevoli". Un sistema che, nel tempo, risulta essere in grado di insegnare alla macchina traiettorie sempre più complesse e interessanti. Il principio di apprendimento chiamato machine-learning è alla base degli studi sull'intelligenza artificiale promossi dall'Istituto Dalle Molle di Studi sull'Intelligenza Artificiale (IDSIA USI-SUPSI), che ha fornito il supporto per la computazione dei dati.

Se già nella staticità e nella tettonica dell'architettura tradizionale si rendono evidenti le relazioni empatiche tra opera e utente, nel caso di un'architettura in movimento tale relazione viene amplificata. La relazione che si instaura tra il visitatore e il portale si fonda, grazie agli algoritmi di machine-learning, sui dati registrati dall'esperienza dei visitatori precedenti, e si concretizza in una particolare "danza" generata dalla "piacevolezza" del movimento. E la danza è proprio un elemento fondante dell'architettura nella sua condizione di progetto del movimento nello spazio.

Atelier Blumer, Sette Architetture Automatiche e altri esercizi, Teatro dell’architettura Mendrisio, 2018

La mostra presenta una serie di installazioni interattive, concepite e costruite dagli studenti dell'atelier di Riccardo Blumer presso l'Accademia di architettura dell'USI di Mendrisio, rappresentative di un percorso didattico che insiste sull'apprendimento dei principi fondamentali dell'architettura attraverso la comprensione delle potenzialità del corpo umano e il suo essere unità di misura del mondo antropizzato. A quell'approccio pedagogico si aggiunge il concetto scientifico di "interferenza", secondo cui da una sovrapposizione di fenomeni nasce un rafforzamento reciproco di ognuno di essi. Da queste premesse e grazie anche alla preziosa collaborazione instaurata dall'atelier Blumer con l'Istituto Dalle Molle di studi sull'intelligenza artificiale, USI-SUPSI di Manno, è nata l'idea di verificare l'incontro tra le possibilità del movimento automatico, il "pensiero" sviluppabile in una macchina, e la loro applicazione libera nel campo dell'architettura. Le Sette Architetture Automatiche sono dunque macchine capaci di muoversi in modo autonomo secondo le più sofisticate applicazioni della robotica, installazioni con le quali i visitatori possono interagire e che rimandano ad alcune trasversali esperienze artistiche del passato più recente, dall'arte cinetica al teatro sperimentale, dall'Art en mouvement di Tinguely fino ai molti altri riferimenti che ognuno saprà trovare. Il percorso espositivo è accompagnato da sonorità prodotte da motori, pistoni, pulegge, compressori e sensori a fotoni, di un'opera collettiva utile alle possibili riflessioni sul ruolo dell'architettura in un mondo che in buona parte è fatto di interferenze.

Rubriche